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9 dicembre Tassa di facoltà: lettera dei rappresentanti studenti al Rettore ed ai componenti degli organi di governo dell'Ateneo

Al Magnifico Rettore Prof. Massimo Giovannini Ai componenti del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria La tassa di facoltà, così come è stata concepita ed approvata, è per noi inaccettabile. Assurda perché, senza basarsi su cifre certe e con il pretesto del “miglioramento dei servizi didattici” si vogliono rimpinguare le casse di facoltà e dipartimenti, a pioggia, prescindendo dal merito e dalla qualità; insopportabile quando viene imposta fuori tempo massimo con la contrarietà di studenti, spesso di docenti e pta, che in molti casi, percependo qualcosa di strano, hanno preteso, e mai ottenuto, chiarezza. La nostra contrarietà, d’altro canto, non va letta esclusivamente come la scontata opposizione della classe studentesca nei confronti di un nuovo prelievo dalle tasche delle famiglie, già eccessivamente depauperate. Il nostro rifiuto significa ben altro e va ben oltre. Pretendiamo, prima di tutto, trasparenza. Non abbiamo mai capito, non lo neghiamo, a cosa serva in realtà questa tassa: il “miglioramento dei servizi didattici”, proprio durante l’anno in cui vengono richiesti agli studenti ed alle loro famiglie sacrifici tali da mettere a serio repentaglio il diritto allo studio, non lo consideriamo, onestamente, una priorità. D’altro canto, garantire i servizi minimi per il funzionamento delle facoltà dovrebbe essere una prerogativa dell’Ateneo, la condizione della sua esistenza. Ci sembrerebbe quantomeno bizzarro affittare una camera in albergo e dover poi subire l’inaccettabile violenza di una lievitazione del prezzo già concordato per poter usufruire del letto su cui dormire. Queste perplessità, a giudicare dai fatti, non siamo i soli ad avercele avute: le delibere con cui le facoltà di Architettura e di Agraria hanno deciso inizialmente di non approvare nessun contributo aggiuntivo costituiscono la prova lampante di questo. Architettura, aveva rimandato ogni decisione in attesa di conoscere il reale ammontare dei trasferimenti che l’Ateneo avrebbe fatto a favore della facoltà (cambiando poi misteriosamente posizione senza dare alcuna spiegazione). Agraria, sostanzialmente, non ha ravvisato l’esigenza di nuovi introiti attingendo dalle tasche delle famiglie degli studenti. Nel primo caso, delle due l’una: o la tassa di facoltà sarebbe dovuta servire per “migliorare” la didattica e quindi l’ammontare dei trasferimenti, che dovrebbero garantire il funzionamento ordinario, era da considerare irrilevante ai fini della sua determinazione; o, se si considerava necessario conoscere l’entità dei trasferimenti, vuol dire che i soldi della tassa non sarebbero stati utilizzati per migliorare i servizi agli studenti, ma, evidentemente, per altri fini. Non esiste una terza soluzione. Nel caso di Agraria, se quella Facoltà ha ritenuto di poter fare a meno di un altro prelievo dai propri iscritti, perché le altre Facoltà non possono fare allo stesso modo? La nostra formazione personale e la stessa Università ci hanno insegnato che bisogna rispettare le regole, sempre. Cambiarle in corsa non solo è profondamente scorretto, ma induce, quantomeno, al sospetto. Approvare una tassa aggiuntiva ad ottobre, ad iscrizioni iniziate, non è accettabile; prorogare i termini dell’approvazione fino a dicembre, quando gli studenti non possono più scegliere di cambiare ateneo, per consentire alle facoltà che non hanno deliberato favorevolmente alla tassa di poter rivedere le proprie determinazioni, è semplicemente assurdo. Anche se legittimo sul piano giuridico, certamente non è corretto: lede il nostro diritto di veder rispettato il patto tra ognuno di noi e l’Università; viola quell’accordo che aveva previsto tra le sue clausole il costo dei nostri diritti e che ora si vuole, unilateralmente, modificare. Ecco perché, alla luce di tutto questo, chiediamo che per l’A.A. 2010/2011 venga ritirata in tutte le facoltà la richiesta di farci pagare altre tasse. In questo senso, accogliamo favorevolmente l’impegno assunto dal Magnifico Rettore di fronte agli studenti di fare sua tale istanza e di promuoverla all’interno degli organi di governo. E’ doveroso farlo per provare a rasserenare una comunità accademica sfibrata, per ridare fiducia ad un corpo studentesco disilluso. Non c’è, ad oggi, altra soluzione. Siamo consapevoli delle difficoltà economiche del nostro Ateneo e siamo, perciò, disponibili ad aprire un confronto schietto e trasparente con i vertici della “Mediterranea” per mettere sul tavolo, senza pregiudizi di sorta né posizioni precostituite, problemi e soluzioni. Per fare questo occorrono tempo e volontà. Nessun ragionamento è possibile se non si conoscono cifre precise e dati puntuali, sulle esigenze economiche di ciascuna facoltà e sui trasferimenti che l’Ateneo è in grado di fare. Ci pare ragionevole iniziare a discuterne ora per trovare una soluzione equa per il prossimo anno accademico. Siamo, nello stesso tempo, consapevoli che la forza di una comunità risiede nel fatto che, soprattutto nei momenti di difficoltà, si instaura una naturale solidarietà tra i consociati che riesce ad andare oltre le beghe personali e le rendite di posizione: tutti devono essere in grado di fare un passo indietro rinunciando a qualche privilegio. Gli studenti la loro parte l’hanno fatta abbondantemente. Prima di richiedere loro ulteriori sacrifici, si abbia il coraggio di compiere scelte difficili quanto necessarie: si chiudano i centri di spesa improduttivi, si accorpino i dipartimenti rendendoli autosufficienti, si promuova la ricerca garantendo, all’interno delle strutture di facoltà, la presenza regolare di tutti i docenti; anche di quelli che, stipendiati da noi, si fanno vedere a Reggio (se si è fortunati!) solo il giorno degli esami. Ci si rivolga alla Regione e agli enti locali, si apra una discussione col Ministero, si faccia appello ai parlamentari calabresi di tutti i partiti, si studino forme alternative di finanziamento. Gli studenti, che chiedono alle proprie famiglie di fare sacrifici enormi per far fronte all’aumento di tasse e contributi previsti per l’anno accademico che sta per iniziare, sapranno responsabilmente ridare fiducia a chi se la sarà meritata. Rocco Palamara Adriano Ganino Enrico Tarzia Giovanni Trapani Documento allegato

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