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Mozione CRUI del 27 maggio 2010 sul DDL università

Mozione approvata all'unanimità dall'Assemblea Generale (Roma, 27 maggio 2010) - Iter parlamentare del DDL sull'Università A conclusione dell’impegnativo lavoro svolto dalla VII Commissione del Senato con riferimento al DDL 1905, “Norme in materia di organizzazione dell’Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”, la CRUI esprime apprezzamento in particolare per:  la più efficace formulazione delle finalità istituzionali degli atenei, come specificate nell’articolo 1;  le correzioni introdotte nelle funzioni degli organi di governo, rafforzando quelle attribuite al Senato accademico;  il rafforzamento delle procedure di autovalutazione, di valutazione affidate all’ANVUR e di accreditamento;  la riduzione di alcune rigidità e prescrittività eccessivamente vincolanti rispetto alle autonome responsabilità degli atenei;  la revisione e l’adeguamento alle esigenze mutate del regime di tempo pieno e di tempo definito anche prevedendo soluzioni incentivanti la mobilità, le collaborazioni interateneo e con gli enti di ricerca e l’internazionalizzazione;  l’attribuzione agli atenei delle competenze disciplinari, incrementandone le responsabilità e le capacità di intervento, grazie anche alla parallela istituzione di fondi per la premialità;  l’introduzione dei settori concorsuali, di adeguata numerosità, finalizzati allo svolgimento delle prove di abilitazione, garantendo nel contempo le specificità dei singoli settori scientifico-disciplinari che ne faranno parte;  la semplificazione e l’attribuzione alle responsabilità dei singoli atenei della determinazione delle procedure di reclutamento e di chiamata del personale accademico, sia in servizio che esterno, che abbia conseguito l’abilitazione alla fascia superiore. La CRUI auspica che ulteriori correzioni migliorative possano essere introdotte nei prossimi passaggi parlamentari, a cominciare dalla imminente discussione nell’aula del Senato, senza snaturare la logica e la coerenza d’insieme del provvedimento, non pregiudicandone i tempi di approvazione. Più specificamente la CRUI chiede che:  si attribuisca alle norme sulla composizione degli organi centrali un carattere di indirizzo e non rigidamente prescrittivo e vengano comunque introdotte maggiori possibilità di adattare strutture di governance ed aspetti funzionali alle specificità dei singoli atenei che rispettino i requisiti di valutazione e di equilibrio dei bilanci;  che con riguardo alla composizione del Senato accademico, e alla sua funzionalità, non si esclusa che possano farne parte anche i presidenti delle strutture intermedie, responsabili del coordinamento diretto dei corsi di studio che fanno loro capo;  vengano ulteriormente ampliate, con riguardo alle procedure di reclutamento e chiamata, in particolare nei primi sei anni di applicazione, le quote destinabili alle promozioni interne e alle procedure di selezione rispetto ai posti da destinare ad esterni, ciò in linea con la richiesta già fatta di un piano straordinario che consenta ogni anno la promozione di un congruo numero (almeno 2000) di ricercatori a tempo indeterminato che abbiano ottenuto l’abilitazione scientifica nazionale a professore associato;  vengano meglio garantite le posizioni di tenure track, rendendo vincolante l’avvio delle procedure di chiamata nel caso di superamento dell’abilitazione scientifica nazionale;  vengano ulteriormente approfondite le soluzioni riguardanti gli attuali ricercatori a tempo indeterminato, sia con riferimento alle loro possibilità di chiamata alle fasce superiori, sia garantendone meglio le attività e il ruolo, accompagnando a questo fine la loro messa ad esaurimento (inevitabile per l’instaurazione a regime del nuovo modello) con un pieno riconoscimento della loro funzione docente, con la loro collocazione, a domanda, previa verifica dei requisiti scientifici, nella posizione di professore aggregato. La CRUI esprime la viva speranza che, pur nelle gravi difficoltà del momento, non venga lasciata cadere l’occasione irripetibile di intervenire con tempestività, efficacia e volontà riformatrice nella situazione degli atenei italiani, anche a riconoscimento dell’importante lavoro svolto e a garanzia delle legittime aspettative dei tanti giovani di valore che rischiano di venire esclusi da ogni possibilità di accesso agli atenei, con grave danno del potenziale scientifico e professionale del paese, in una fase in cui la competitività internazionale si giocherà in larga misura proprio sulla capacità di rispondere alle sfida su questi aspetti. Fermo restando che non sono immaginabili provvedimenti di portata pari alle esigenze senza un quadro certo e adeguato di risorse.

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