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5 giugno Presentazione del libro "Libertà di coscienza e laicità nello Stato costituzionale" di Antonino Spadaro

Il 5 giugno 2009, a Roma, presso la sala Bologna del Senato della Repubblica, ha avuto luogo la presentazione del libro Libertà di coscienza e laicità nello Stato costituzionale. Sulle radici “religiose” dello Stato “laico” (Torino Giappichelli 2008) scritto dal Prof. Antonino Spadaro, ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. L’iniziativa è stata promossa dal Dipartimento di Scienze storiche, giuridiche, economiche e sociale e dall’Associazione Libertà e giustizia. Ha ha partecipato un folto e qualificato pubblico, tra cui molti docenti universitari, non solo molti noti costituzionalisti (Bifulco, Pinelli ecc.) ma anche filosofi della politica e sociologi, autorevoli magistrati (Macrì, Cisterna ecc.) e rappresentati ecclesiali; notata, in particolare, la presenza del giudice costituzionale Ettore Gallo, di Alessandro Bianchi, di Giuseppe Cogliandro della Corte dei conti, di Felice Costabile. Il libro è stato presentato e commentato dal prof. Gaetano Silvestri, costituzionalista e giudice costituzionale, dal prof. Lucio Villari, ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Roma Tre, dal prof. Francesco Viola, ordinario di Filosofia del diritto nell’Università di Palermo. Tutti e tre i relatori hanno esposto con rigore e chiarezza i contenuti a loro avviso più pregevoli e rilevanti del libro di Spadaro. Silvestri ha sottolineato l’originalità del messaggio di apertura e di valorizzazione della libertà di coscienza sotteso al testo, sia per il cittadino cattolico (di fronte allo Stato) che per il cattolico cittadino (di fronte alla Chiesa), rimarcando che le tesi esposte non solo possono essere decisive nel dialogo fra credenti e non credenti, ma per l’idea stessa di costituzionalismo e l’affermazione dello Stato costituzionale, quale ordinamento laico ma caratterizzato da altruismo, dunque con un’intrinseca componente di religiosità. Villari ha posto l’accento soprattutto sulla perenne complessità storica del tema affrontato dall’Autore “con piena scienza e coscienza”, rimarcandone l’attualità, anche con riferimento al recentissimo discorso del Presidente USA Obama all’Università del Cairo, discorso ovviamente politico ma che non casualmente si conclude con un appello alle tre religioni monoteiste. Lo studioso si è poi soffermato su E. Mounier, B. Croce, sulla differenza fra relativismo e relazionismo e sul valore fondante della libertà. Viola, nel condividere largamente contenuti e impostazione (in tre parti: libertà di coscienza, radici religiose del costituzionalismo e laicità dello Stato) del libro di Spadaro, cui ha riconosciuto coraggio e passione civile, ha sottolineato la differenza fra la libertà di coscienza nello Stato costituzionale e la libertà di coscienza nella Chiesa cattolica (dove emerge più nettamente l’idea del limite della legge naturale). Tale differenza, pur significativa, non vede tuttavia le due prospettive in rapporto di incompatibilità. Il filosofo ha manifestato dubbi, tuttavia, sulla sufficienza – almeno per il futuro – dell’attuale modello costituzionale, alle prese con le nuove sfide sociali. Ha preso la parola per ultimo l’Autore, che – dopo aver ringraziato l’Editore, il Dipartimento SSGES, l’Ass. Libertà e giustizia, gli organizzatori del Senato, tutti i presenti e naturalmente gli autorevoli relatori per la ricchezza e generosità dei loro commenti – ha, brevemente ma efficacemente, dichiarato che egli rappresenta un filone di pensiero tipico: quello del cattolicesimo democratico, profondamente ispirato ai valori di apertura ecumenica espressi dal Concilio Vaticano II e a quelli universali del costituzionalismo. Purtroppo in questo momento storico, tale filone di pensiero pare – almeno in Italia – forse minoritario, sia nella Chiesa che nella società civile e politica, ma ciononostante, a suo modo di vedere, il “costituzionalismo cosmopolita” (intrinsecamente eterocentrico e dunque insieme laico e religioso) non ha, oggi più che mai, alcuna vera alternativa praticabile a livello mondiale. Se è vero che nel principio di dignità della persona umana – e nella libertà di coscienza che ne consegue – si può ravvisare l’obiettivo “comune” sia dello Stato costituzionale che di ogni vero atteggiamento religioso, allora si può ben pensare che proprio esso costituisca il contesto più fertile di dialogo fra credenti e non credenti.

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