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In memoria di Francesco Rosi, di Enrico Costa

Francesco Rosi, Maestro del Cinema internazionale, Cantore del Mezzogiorno, della Legalità, della Pace, dell’Antifascismo, della Libertà, ci ha lasciato in silenzio, senza clamore, in punta di piedi.

Ci resta una filmografia fatta di tanti indimenticabili capolavori.
La sfida, 1958; I magliari, 1959; Salvatore Giuliano, 1962; Le mani sulla città, 1963; Il momento, della verità, 1964; C’era una volta, 1967; Uomini contro, 1970; Il caso Mattei, 1972; Lucky Luciano, 1973; Cadaveri eccellenti, 1976; Cristo si è fermato a Eboli, 1979; Tre fratelli, 1981; Carmen, 1984; Cronaca di una morte annunciata, 1987; Dimenticare Palermo, 1990; La tregua, 1997.

Ci resta il suo grande impegno civile, compenetrato con il suo linguaggio cinematografico, tanto asciutto quanto coinvolgente.
Con Francesco Rosi piango il Maestro, poi divenuto Amico, l’Artista, colui che con il linguaggio del Cinematografo, che per Lui era il Cinema della realtà, mi fece capire che non bastava essere Architetto per far togliere dal malaffare le Mani sulla città, che così si concludeva: «I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce», e che fu premiato con il Leone d’Oro a Venezia.

Piango l’intellettuale che con umiltà accettò dal Corso di Laurea in Urbanistica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria la Laurea Honoris Causa, dichiarando che “L’Urbanistica viene prima”, e che nella nostra cittadella universitaria volle incontrare soprattutto i giovani.

Piango la Sua grande Umanità.

Per tutto questo sono stato “Con Francesco Rosi a Lezione di Urbanistica”. E lo ringrazio.


Il mio cinema della realtà, il cinema che propone il rapporto tra la realtà e i problemi etici…..

Mi piacciono tutte queste facce, sono delle facce serie, di gente che vuole lavorare, che vuole contribuire alla storia civile del proprio paese così tanto martoriato…….
E il fatto che le lauree abbiano unito il Politecnico di Torino con la Mediterranea di Reggio Calabria e l’altro polo che è all’origine del film, Napoli. Per me acquista una grande importanza. L’Italia che deve unire la sua cultura d’origine, la sua civiltà….. Grazie a questa gente che studia qui e a Torino e in altri posti, renderanno difficile affondare l’Italia del tutto…….

Ci terrei a sottolineare che il mio lavoro è quello di chi si considera testimone del mio paese e della storia del proprio paese. Un testimone che informa. ll grande cinema italiano che è venuto fuori dal neorealismo, della resistenza, dagli italiani che lo volevano far riemergere dalla condizione in cui si trovavano. ……. opera non di una parte politica, ma degli italiani che amano questo paese. ( passaggio sottolineato con applauso) Gli italiani amano questo paese, la sua unità…….

(trascrizione dell’introduzione alla lectio doctoralis)

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