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2 luglio L'istante che attendi... - Natina Pizzi e la "Trilogia dell'istante"

mercoledì 2 luglio - ore 17.30
Salone del Palazzo della Provincia di Reggio Calabria

Programma

saluti

Giuseppe Raffa
Presidente della Provincia di Reggio Calabria

Pasquale Catanoso
Rettore dell'Università Mediterranea


dialogheranno con l'autrice

Ettore Rocca
Professore di estetica, Università Mediterranea

Eduardo Lamberti Castronuovo
Assessore cultura e legalità, Provincia RC

Gianfranco Neri
Direttore Dipartimento DArTe

Franco Arcidiaco
Editore


intermezzo musicale

Domenico Canale

armonicista

Istanti, attimi, momenti, nella Trilogia di Natina Pizzi
di Enrico Costa

La Vita, così come l’Arte, è fatta di momenti, di attimi e d’istanti. E sull’istante, così come sugli attimi e sui momenti, è incentrata la poesia di Natina Pizzi che proprio sull’istante ha costruito la musicalità della sua poetica (“Trilogia dell’istante”, da poco in libreria per i tipi di Città del Sole Editore, Reggio Calabria 2014). «Istante sei perfetto / nell’improrogabile brevità / dove continui l’eterno». Così Natina Pizzi, poetessa reggina di respiro europeo, con questa folgorante terzina sintetizza “L’istante perfetto”, seconda parte della sua Trilogia, che Rocco Familiari introduce con queste parole: «È quasi un “trionfo della morte” quello che Fortunata Pizzi celebra in questo suo ultimo, bellissimo, testo, perfettamente consapevole, comunque, del paradosso che la vera poesia, anche quando tratta un argomento così “assoluto” e in apparenza nullificante, in effetti sancisce il predominio della vita, essendo sempre, in sé, l’espressione creativa, una manifestazione di forza, di reazione al male, al nulla».

Un trionfo della morte nel senso di profonda angoscia, colta acutamente da Ettore Rocca, filosofo come filosofa oltre che poetessa e scrittrice, lo è anche Natina Pizzi. Scrive, infatti, Rocca nel suo Saggio introduttivo alla “Trilogia dell’istante”: «L’istante è quell’ambiguità in cui tempo ed eternità si toccano, e con ciò è posto il concetto di temporalità, in cui il tempo continuamente taglia l’eternità e l’eternità continuamente penetra il tempo». E Rocca aggiunge: «Nell’istante il tempo taglia l’eternità, scrive Kierkegaard; nell’istante il tempo scardina l’eternità, gli fa eco, con parola ancor più radicale, Pizzi».

Di fronte all’angoscia che pervade la Poesia della Pizzi, non si tratta, com’è evidente, del «Cogli l’attimo» latino, così com’è comunemente intesa la poetica di Orazio, invece del più complesso «Vivi il presente confidando il meno possibile nel domani». Né tantomeno il «Quant’è bella giovinezza, / che si fugge tuttavia! / Chi vuol esser lieto, sia: / di doman non c’è certezza». (“Canzona di Bacco” dai “Canti Carnascialeschi” di Lorenzo il Magnifico). Non è neanche il “Cogli l’attimo” di Osho, il mistico orientale contemporaneo, “profeta” del risveglio della consapevolezza per ritrovare l’armonia dentro di sé.

L’istante per poterlo cogliere bisogna saperlo imbrigliare nell’ispirazione poetica, inseguirlo con caparbietà, afferrarlo senza indugio, e con questa Trilogia Natina Pizzi dimostra che alla ricerca dell’istante non le è facile rinunciare, il problema è semmai saperlo / poterlo afferrare.

Come lo afferra Matteo («… e gli disse: “Seguimi!”. Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì». Lc 5,27-28), e come invece non lo sa afferrare il Giovane ricco («“… va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni ». Mc 10,21-22).

La fuggevolezza, dell’istante, del momento, e dell’attimo è stata oggetto del film di culto di fine anni ’80 “L’attimo fuggente” (“Dead Poets Society”, del 1989), di Peter Weir, con Robin Williams e Robert Sean Leonard, che non sarà sfuggito alla Pizzi. Il professore anticonformista, e che per questo perde il posto, incoraggia gli studenti del College a leggere “Hespirades” (“Le Esperidi”), opera in versi del seicentesco poeta britannico Robert Herrick (1591 – 1674), e uno studente proclama: «Cogli la rosa quando è il momento, / che il tempo, lo sai, vola / e lo stesso fiore che sboccia oggi, / domani appassirà», da “To the Virgins” (“Alle Vergini”). Versi ai quali, sulla fuggevolezza dell’attimo, sarebbe bene affiancare, sempre di Herrick, questi versi tratti da “To his Mistresse” (“Alla sua Amata”): «Scegli per me il tuo valentino / e sposiamoci subito dopo: / amore si consuma in morte / se a lungo indugiamo».

Al senso di morte, percepito da Rocco Familiari, si contrappone quel senso di vitalità che Walter Pedullà evidenzia a proposito della terza parte della Trilogia, “Lo spigolo del cerchio”: «Chi entra nei versi di Fortunata Pizzi è subito investito da uno sciame di immagini luminoso come «sole germogliato / che proietta vitalità» e fitto come nebbia («fiori / coperti da fitta nebbia»). Una miriade di traslati, metafore che viaggiano tra la realtà e il sogno, compresi gli incubi».

Di fronte alla “Trilogia” che oggi vede la luce nella sua interezza, e che con il suo pathos ti rapisce tanto alla prima quanto alle successive letture, più che mai ci appaiono profetiche le parole di Pasquino Crupi nella Prefazione a “Afrodite”, la prima delle tre parti. Pasquino non soltanto intuisce nella Poesia di Natina Pizzi lo stretto legame fra Amore e Dolore «… non solo perché fragile, non solo perché sfuggente, non solo perché istante che conosce l’amara eternità dell’istante…», ma proclama: «Non una rapsodia, ma un canzoniere, come solo poté scrivere Francesco Petrarca e, come di recente, ha potuto realizzare Maria Luisa Spaziani. Un’impresa titanica. Una sfida colossale. Vinta».


Natina Pizzi secondo Natina Pizzi

Natina Pizzi«Se io scrivessi la biografia di una poetessa come me, sarei petulante. Posso dirvi che sono nata a “finestre chiuse”, per il vento, dentro l’afa di un’estate.
La poesia è il mio spazio, il mio spazio è una croce d’oro ed io scrivo sulla croce d’oro il mio impossibile.
Se, leggendo qualche verso, troverete l’istante, afferratelo nei pugni, andrà via subito, non vi annoierà. Se sulla vostra pelle, scorrerà un’emozione, lasciatela scorrere. La poesia è emozione.
Se fuggirete, dopo la lettura dei miei versi, attenzione! Potreste imbattervi nella mia narrativa, sono anche una scrittrice.
Il mio futuro, è in una sfera magica che si trova sicuramente in un percorso, anche se io non so quale è questo percorso. Proietto nella sfera magica il mio curvo passato, il virtuale presente e il surreale futuro.
Natina Pizzi sono io, la poetessa e la scrittrice, ho letto e scritto molto e continuo a farlo sempre su croci d’oro. Leggendo acuisco il pensiero, scrivendo lo annullo per continuare ad essere me stessa».

Sito dell'autrice: http://www.natinapizzi.it/

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