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5 giugno Elezioni Rettore: comunicato del CollettivoUnirc

La guerra di tutti, contro tutti...

Votare o non votare...questo è il problema? Almeno lo è stato fino ad oggi, giorno in cui veniamo a conoscenza del ricorso presentato al TAR Calabria dal Ministero dell'Università e della Ricerca contro la Mediterranea, rispetto a diversi articoli del nuovo statuto. Ciò comunque non ci esime dall'esporre la nostre valutazioni sull'intera vicenda, cosa che sentiamo come atto di responsabilità.

Le sorti della Mediterranea sembrano più che mai incerte in questi ultimi giorni e la questione elettorale riempie, a ragione, le pagine degli organi di stampa. Non ci interessa, né riteniamo utile, entrare in questa bagarre in ragione dell'una o dell'altra parte, ma riteniamo necessario assumere una posizione e cercare di contribuire ad un più sano dibattito che riporti i termini della questione su terreni più fertili.

Ciò che rileva più di ogni cosa, anche all'occhio meno addentrato nella questione, è l'assoluta confusione di posizioni diametralmente opposte, sulla legittimità o meno del voto di giugno, eppure presentate apparentemente come equipollenti. Solo un sistema patologicamente avviato al declino può portare ad una simile situazione, che va ben oltre i confini della nostra Università, il cui futuro andrà ad incidere sull'assetto sociale, culturale ed economico dell'intera città. La sinergia che lega l’Ateneo alla città di Reggio Calabria, spesso sfugge ai più, in quanto esprime posizioni mirate alla salvaguardia di interessi circoscritti ad un prestigio elitario.

La così detta legge “Gelmini” ha dimostrato di essere nella sua applicazione in chiave reggina, ancor peggiore di quanto si fosse temuto durante le giornate di contestazione del 2010 e prima il “richiamo” del Miur e oggi il ricorso al TAR Calabria avvalorano questa tesi.

Inoltre la sostanziale ininfluenza del voto della componente studentesca ed amministrativa è la beffa oltre il danno, come a suo tempo avevamo già denunciato.

La scelta di procedere all'elezione del Rettore adesso, si pone fuori da ogni criterio di ragionevolezza, a prescindere da valutazioni di legittimità o meno per le quali rimandiamo al già citato ricorso del Ministero. Quindi, senza entrare in specifici tecnicismi, funzionali solo a rendere ancora più fumosa la questione ed allontanarla dalla comprensione dei più, ci limitiamo a dire che sarebbe come chiedere ad un parlamento, che subito dopo cesserà di esistere, di votare il prossimo presidente del consiglio. Il voto così espresso si presterebbe a forti rischi di patologiche perturbazioni ed inquinamento, spinto da logiche più o meno utilitaristiche, da parte di un organo ormai a fine vita e con all'orizzonte nuovi e appetibili assetti tutti ancora da definire. Il problema che noi poniamo è, prima ancora che legalitario, politico e morale e tale resta a prescindere da qualsiasi pronunciamento da parte della giustizia amministrativa, che anzi consideriamo un'ulteriore sconfitta della gestione tutta della nostra Università.

Questo è quello che sta accadendo nell'Ateneo reggino.

Viste queste premesse riteniamo che l'unica scelta possibile sia sospendere le elezioni il tempo necessario per attuare i nuovi assetti e dare il peso minimo dovuto alle componenti amministrativa e studentesca, in particolare a quest'ultima che ricordiamo dovrebbe essere il senso ed il fine ultimo di ogni istituzione universitaria, al contrario di quanto accade nella realtà delle logiche baronali di auto-conservazione che tanto ricordano quelle di una casta.

Facciamo perciò un appello a tutte le componenti e le singolarità sane del nostro Ateneo a non recarsi alle urne, qualora le elezioni dovessero svolgersi in tale anomala situazione. Chiediamo, tra tutte le scelte possibili quella del non voto, paradossalmente la più idonea in questo momento a mantenere standard accettabili di democrazia, rifiutando in toto la scelta, in un sistema incapace di esprimerne alcuna. Invitiamo tutti a guardare ben oltre il contingente e ad agire con la mente rivolta al valore ed al fine ultimo della Mediterranea, riconoscendo il valore e la funzione culturale e di riscatto sociale che questa dovrebbe avere per le giovani generazioni della nostra terra, ma che, al momento, ancora non ha. Tale posizione, alla luce degli ultimi sviluppi giudiziali potrebbe apparire anacronistica, vista la ben fondata richiesta in via cautelare fatta dal Miur di sospendere diverse norme dello statuto che andrebbero gioco forza a paralizzare le elezioni. Ma la riteniamo comunque valida per esprimere ben delineate posizioni sulla politica della Mediterranea da parte di tutti, prima ancora di qualsiasi pronuncia, pur riconoscendo la titolarità e l'opportunità del ricorso del Ministero, che toglie le castagne dal fuoco a molti, permettendogli sostanzialmente di non assumere alcuna posizione e porsi al riparo da “scomode” responsabilità.

Se si dovesse procedere a votare il nuovo Rettore (cosa ormai improbabile) ribadiamo l'appello all'astensione, ma quello che ci chiediamo è: se le cose fossero andate “lisce” e le elezioni fossero state certe, come si sarebbero comportanti tutti di fronte ad una così palese violazione di legge frutto di varie forzature e lesiva degli aspetti culturali e democratici del nostro Ateneo? Il discrimine, a nostro parere, sta nell'identificare chi sta con la Mediterranea e chi invece contro e questo nessun tribunale potrà accertarlo.

Noi stiamo con la Mediterranea...

Collettivo UniRc - AteneinRivolta

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