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La colomba di Fuksas contro la minaccia dell’IS(IS)

Il tour dell’intelligence nazionale nelle università italiane per diffondere la cultura della sicurezza attraverso il dialogo con le nuove generazioni ha fatto tappa all’Università Mediterranea.

La Mediterranea ha ospitato alcuni dei protagonisti della sicurezza del nostro Paese per fare il punto sulla delicata situazione internazionale e sulle misure adottate dall'intelligence per prevenire le minaccie terroristiche.

Il rettore Pasquale Catanoso ha salutato gli ospiti, lasciando al prof. Massimiliano Ferrara il compito di presentare l'argomento dell'incontro.

ll dott. Bruno Valensise - direttore della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica - ha illustrato le attività dei servizi segreti, i rapporti con le istituzioni e lo sforzo di rinnovamento dell'immagine, che l'intelligence italiana vuole affermare.

Quindi un breve saluto del dott. Paolo Scotto di Castelbianco - responsabile per la comunicazione istituzionale del DIS.

L’incontro non poteva limitarsi alla semplice descrizione della nuova intelligence e dell’obiettivo di riuscire ad essere percepita chiaramente dalla popolazione e dalle nuove generazioni in particolare – corso avviato da un paio di anni e rappresentato dalla colomba di Fuksas come simbolo di leggerezza. Né poteva fermarsi all’annuncio di 30 nuove assunzioni di ragazzi e ragazze provenienti dalle università italiane nel mese di aprile, anche se rappresenta la prima volta in cui si aprono le porte a personale non proveniente dalle forze di polizia o dalle forze armate.

E’ stata l’occasione per parlare di Mediterraneo nel momento contingente che lo ha posto al centro dell’attenzione internazionale per l’estensione della minaccia terroristica dell’IS, definita da Marco Minniti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla sicurezza della Repubblica, “irriducibile e non diplomatizzabile”.
E’ diversa dalle altre minacce terroristiche perché gli attacchi diffusi non partono da una centrale operativa, ma nascono da una radicalizzazione di singoli individui con una conversione via web.

E parlando della sua visita in Egitto ("...non per fare il postino), per esprimere la solidarietà italiana per la morte dei 21 cristiani copti, ha sottolineato la precisazione di uno degli interlocutori egiziani che può sintetizzare la vera lotta a questo tipo di terrorismo: "Sono morti 21 egiziani, che siano copti o musulmani".

Secondo Minniti, la lotta si vince con iniziative militari qualora fossero necessarie, con la prevenzione, ma soprattutto interrogandosi sul perché 3000 o 4000 giovani europei siano partiti per combattere dalla parte del califfato. Solo coltivando i diritti e facendo crescere i valori della democrazia si potrà dimostrare che l’opinione pubblica è la vera forza di un paese democratico.


Foto Pippia

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