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16 dicembre Early formation of Viollet-Le-Duc - inaugurazione mostra

Nell’ambito dell’organizzazione dei lavori per la 18° Assemblea Generale dell’ICOMOS internazionale tenutasi a Firenze nel novembre 2014 sul tema Heritage and Landscape as Human Values, l’Università Mediterranea ha offerto una collaborazione scientifica all’ICOMOS Italia, nella quale il Dipartimento PAU è stato struttura di riferimento.

In quell’occasione si è voluto celebrare il duecentesimo anniversario della nascita di Viollet –le– Duc, presentando in 22 pannelli espositivi alcuni disegni di luoghi e monumenti elaborati durante il suo Voyage d’Italie, relazionandoli a commenti tratti delle sue Lettres d’Italie e accompagnandoli con note critiche su un viaggio che ha costituito una esperienza fondamentale nella formazione del giovane architetto.

Ideatore del progetto: Enzo Bentivoglio
Selezione delle immagini e dei testi di Viollet-Le-Duc: Simonetta Valtieri
Note critiche sul viaggio: Annunziata Maria Oteri
Progetto grafico: Simona Bruni

Viollet-Le-DucEUGÈNE VIOLLET-LE-DUC (1814-1879) è figlio di Emmanuel-Louis-Nicolas Viollet-le-Duc (1781-1857) e di Élisabeth Eugénie, figlia dell’architetto Jean-Baptiste Delécluze.

A 12 anni Eugène inizia a frequentare l’Istituto Morin, ma si sente ‘limitato’ in un collegio; inizia quindi a prendere lezioni di prospettiva dallo zio Étienne-Jean Delécluze, pittore e critico d’arte. Termina i suoi studi classici da esterno al Collegio Borbonico di Parigi e si rifiuta di entrare all’Ecole des Beaux-Arts, pur sollecitato dallo zio; frequenta gli atéliers degli architetti Jean-Jacques Marie Huvé e Achille Leclère, amici di famiglia, approfittandone per visitare i loro cantieri. Più tardi scriverà che un allievo apprende il mestiere di architetto molto di più frequentando imprenditori, capomastri e operai, che eseguendo bei disegni di graziose facciate come si faceva all’Ecole des Beaux-Arts.

Ma i libri, i disegni, le pratiche di cantiere, non bastano al giovane Viollet, che intende viaggiare per vedere, studiare, disegnare e confrontare i più importanti monumenti di tutte le epoche. Ribelle al formalismo dell’insegnamento ufficiale si formerà nei viaggi in Francia, tra natura e architettura, e soprattutto in Italia, osservando e studiando direttamente i monumenti, applicando all’architettura il metodo analitico delle scienze storiche e delle scienze naturali.
Il giovane Eugène è consapevole della necessità di compiere un viaggio in Italia, meta obbligata nel XIX secolo nella formazione degli architetti, ai quali, a conclusione degli studi, il Gran prix di Roma permetteva un soggiorno a Villa Medici per disegnare i modelli dell’antichità classica; né allievo dell’Ecole des Beaux-Arts, né pensionnaire de l’Accadémie di France a Rome, egli considerava il territorio italiano una fonte inesauribile di studio.

Viollet giunge in Italia nel 1836 con l’amico Léon Gaucherel, che rientrerà a Parigi nel maggio 1837. A lui affida i disegni eseguiti dall’inizio del viaggio, di cui Gaucherel compilerà una Lista cronologica di 334 disegni. Le numerose lettere di Viollet-le-Duc al padre e alla moglie e il suo Diario (Journal) ci consentono di seguire giorno per giorno un’esperienza che dura quasi 18 mesi (dal 21 marzo 1836 al 24 agosto 1837), e soprattutto di cogliere le impressioni del giovane Viollet-le-Duc su un viaggio che riconoscerà lui stesso come rivelatore del gusto e del talento: 42 anni dopo, nel suo volume Comment on devient un Dessinateur (J. Hetzel et Cie Editeurs, Paris 1878) le Petit Jean, che ha una predisposizione per il disegno, verrà messo alla prova con un viaggio in Italia.

L'esposizione rimane aperta fino al 16 Gennaio (esclusa la chiusura per le festività natalizie).

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